La Storia dei Tarocchi: dalle origini medievali alle moderne interpretazioni

Storia dei tarocchi
Tarocchi Visconti di Modrone, a sinistra Il Mondo, a destra Il Giudizio

I tarocchi affascinano da secoli per i loro arcani misteriosi e i significati nascosti. Ma qual è la vera storia di questo popolare strumento divinatorio? In questo articolo andremo alla scoperta delle origini medievali dei tarocchi e del loro evolversi nel tempo, fino ad arrivare alle moderne interpretazioni esoteriche e psicologiche.

Le prime tracce dei tarocchi nel Medioevo

Da una fonte Wikipedia si dice che l’origine dei tarocchi risale alla metà del XV secolo nell’Italia settentrionale e che poi si diffusero in varie parti d’Europa. Infatti, le prime testimonianze dell’esistenza dei tarocchi risalgono al tardo Medioevo, intorno al 1400. I primi mazzi di carte da gioco facevano la loro comparsa nelle corti nobiliari di Italia e Francia. Erano carte dipinte a mano, opera di abili miniaturisti. Oltre ai classici semi di denari, coppe, spade e bastoni, questi primi mazzi includevano un quinto seme di 21 carte dette “trionfi”.

La teoria prevalente è che il nome “tarocchi” derivi dall’arabo “turuq” che significa “vie”. I trionfi rappresentavano il percorso dell’anima verso la sapienza, o le vie che portano alla conoscenza esoterica. Un’altra ipotesi è che il nome venga dal fiume Taro, nei pressi di Ferrara, dove i tarocchi potrebbero essere stati inventati.

I tarocchi nel Rinascimento

Durante il Rinascimento i tarocchi divennero popolari in tutta Europa. Comparvero nuovi mazzi con temi mitologici, allegorici o astrologici. Tra i più famosi ricordiamo i Tarocchi Visconti, dipinti per Filippo Maria Visconti, e i Tarocchi Sola-Busca, con le carte interamente illustrate con simboli alchemici ed esoterici.

In questo periodo iniziarono a diffondersi le prime interpretazioni dei tarocchi per la divinazione, accanto al loro uso per giochi di carte. Il loro simbolismo misterioso affascinava filosofi e occultisti, che vi scorgevano significati nascosti. Si affermò il modello dei 22 Trionfi, gli arcani maggiori, e dei 56 arcani minori divisi nei 4 semi.

L’ascesa dei tarocchi nell’Occultismo

Nel XVIII secolo i tarocchi conobbero una nuova popolarità negli ambienti esoterici. Studiosi come Antoine Court de Gébelin vi lessero simbolismi legati ai misteri dell’Antico Egitto, mentre occultisti come Etteilla y associarono complessi significati astrologici e numerologici.

Nel 1854 venne pubblicato il mazzo Rider-Waite, ancora oggi uno dei più usati. Realizzato dal mistico Arthur Edward Waite e dall’illustratrice Pamela Colman Smith, presentava immagini ricche di simbolismi per la lettura dei tarocchi.

Nel tempo l’interesse verso l’aspetto divinatorio dei tarocchi crebbe esponenzialmente, venendosi a creare diverse scuole di interpretazione esoterica.

Tarocchi e psicologia

Nel Novecento, a partire dagli anni 70, i tarocchi iniziarono ad essere rivalutati anche come strumento di analisi psicologica. Lo psichiatra svizzero Carl Gustav Jung studiò le correlazioni tra gli archetipi dell’inconscio collettivo e le figure degli arcani.

Successivamente tarologi come Alejandro Jodorowsky lessero i tarocchi in chiave psicanalitica. Oggi la “cartomanzia psicologica” è una delle correnti più diffuse, che interpreta le carte come mezzo per la conoscenza di sé e del proprio inconscio.

I tarocchi nella società contemporanea

Al giorno d’oggi i tarocchi sono un fenomeno di massa, con un vasto mercato di mazzi sempre nuovi, che li reinterpretano in chiave moderna e li legano anche ad altre culture, come il Druidico o lo Zen. Parte dell’interesse attuale deriva dal revival New Age e dalla riscoperta di discipline esoteriche quali astrologia, numerologia, cristalloterapia.

In ambito artistico, i tarocchi hanno ispirato poeti, pittori, registi. Restano un oggetto affascinante, la cui simbologia continua ad attrarre e stimolare la creatività in molteplici forme d’arte.

Dalle prime tracce medievali ai moderni significati psicologici, il viaggio nella storia dei tarocchi è stato lungo e pieno di cambiamenti. Sarà interessante vedere come questo antico strumento divinatorio continuerà ad evolvere e reinventarsi in futuro.

Le principali differenze tra i tarocchi medievali e i tarocchi moderni

  • Nei tarocchi medievali l’aspetto divinatorio era assente o marginale, venivano usati soprattutto per giochi di carte alla corte. Le interpretazioni esoteriche si sviluppano più tardi.
  • I soggetti dei tarocchi antichi erano legati alla vita di corte, con temi allegorici o celebrativi. Nelle versioni moderne emergono simbolismi più universali e archetipici.
  • Le prime rappresentazioni erano meno complesse e standardizzate. I tarocchi moderni presentano un ricco corredo simbolico analizzato in chiave mistico-esoterica.
  • I mazzi antichi differivano molto l’uno dall’altro nell’aspetto. Le versioni odierne hanno iconografie e strutture più fisse e condivise.
  • Nei tarocchi medievali prevalevano temi laici, storie cavalleresche, figure mitologiche. Quelli moderni hanno più riferimenti spirituali, astrologici, numerologici.
  • I tarocchi storici erano soprattutto un prodotto artistico di pregio. Le versioni moderne hanno finalità divinatorie e sono più accessibili.
  • Le carte antiche avevano un numero di arcani maggiori variabile. I mazzi attuali si sono standardizzati su 78 carte. 22 arcani maggiori e 56 arcani minori.
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